Alberto Malnati e i suoi compagni intraprendono un viaggio nel tempo sulle tracce del leggendario primo re di New Orleans, al secolo Buddy Bolden, l’uomo che è accreditato come l’inventore dell\' hot blues, e di quella musica che verrà chiamata jazz. Il quartetto di musicisti genovesi compie un’esplorazione nella musica dei primissimi anni del 900, quando tra blues, ragtime, ballate europee e spirituals nasceva il jazz di New Orleans. Il quartetto si avvale, per il concerto del Basie della collaborazione, di Federica Tassinari (vocalist dotata di grande personalità interpretativa e grande blues feel) e della chitarra di Roberto Colombo, autentico specialista di jazz tradizionale (in sostituzione del titolare Stefano Ronchi)
La front line è costituita dal sassofonista/clarinettista Stefano Guazzo (uno dei migliori solisti Liguri di sempre) e da Fabrizio Cattaneo, considerato uno dei migliori trombettisti di jazz tradizionale in Italia. (Vanta prestigiose collaborazioni con musicisti europei ed americani ed è stato tra i musicisti che hanno registrato i brani del film Bix di Pupi Avati sulla vita del celebre trombettista degli anni 20’ Bix Baiderbecke). Alberto Malnati, contrabbassista e direttore musicale del progetto, dopo moltissimi anni di carriera, prevalentemente dedicati al jazz contemporaneo, torna alle origini, con un lavoro di ricerca musicale che coniuga, la sua passione per il jazz e per la storia.
Molti protagonisti della musica afroamericana del 900 (sia jazz che blues) “vantano” biografie “avventurose e romanzesche”, natali oscuri e disagiati nei ghetti delle grandi metropoli industriali o storie di sudore, fatica e discriminazione in assolate realtà rurali del Sud, ma nessuno di essi può competere con la figura mitica e leggendaria del primo King di New Orleans. Charles Buddy Bolden (1877-1931) è considerato il primo musicista che iniziò ad improvvisare nell\'ambito di un contesto di esecutivo di gruppo. A questa sua consuetudine e a quella di mescolare le sonorità dei blues più neri, si fa risalire la transizione del ragtime verso il genere che in seguito venne riconosciuto come Jazz. La sua vita è ammantata di leggenda, a lui vengono attribuiti i mestiere più disparati così come imprese non del tutto legali (giornalista, barbiere, contrabbandiere, lenone). La sua carriera come musicista ed inventore di quello che all’ inizio verrà definito come Hot blues si svolse tra il 1895 e il 1907, anno in cui venne internato in manicomio per “ sindrome dissociativa” (schizofrenia), dove egli trascorse rinchiuso il resto della sua vita, probabilmente aggravata dalla sua propensione allo smodato consumo di alcol ( non sembrerebbe aver riscontro l’ ipotesi che la malattia mentale potesse derivare da una sifilide al terzo stadio, contratta nei bordelli di New Orleans). Virtuoso di cornetta, (tromba in do) i musicisti di New Orleans lo riconoscono come il miglior trombettista del periodo e come l’inventore del genere hot blues. Bolden e la sua banda divennero la formazione più popolare della città, tra la seconda metà degli anni novanta del XIX e i primi sei anni del XX secolo, influenzando i primi pionieri di quella musica nera, tra i quali Sidney Bechet, Freddie “King” Keppard, Joe “King” Oliver, Jelly Roll Morton , Bunk Johnson, che dal 1917, e per estrema ironia della storia, verrà chiamata ufficialmente jazz, grazie ad un un’ incisione di un italo americano e della sua orchestra di bianchi (Nick la Rocca e la Odjb).
Frankie Dusen trombonista, gestì l’orchestra di Bolden e ne cambiò il nome in Eagle Band proseguendo in tal modo la fama acquisita con Bolden fino al 1917.
Bolden non ha mai inciso o registrato la sua musica. L\'ipotesi formulata da Ch. Edward Smith nel 1939, di un cilindro Edison inciso nei primi anni del Novecento, non ha avuto sinora conferma. Il suo stile è stato in seguito immortalato nel brano, classico del jazz, Buddy Bolden\'s Blues (I Thought I Heard Buddy Bolden Say), basato sul tema della canzone Funky Butt dello stesso Bolden.