INGRESSO:
15 EURO SE SEI SOCIO ARCI (hai già la tessera Arci di quest'anno)
Per i non tesserati, 30 EURO comprensivo di tessera Arci (durata tessera: dal 1/10/2023 al 30/09/2024)
Per i posti a sedere, la prenotazione è obbligatoria e va fatta compilando il form qui sotto - le prenotazioni, per questioni organizzative chiudono alle ore 19.00 del giorno del concerto.
ATTENZIONE: Se, dopo aver prenotato, vi trovaste nell'impossibilità di venire, Vi preghiamo di avvisarci inviando una mail.
Vi preghiamo inoltre di arrivare puntuali. In caso di ritardo, dopo le 21.45 i posti a sedere potrebbero essere riassegnati ad altre persone.
APERTURA DEL CLUB AL PUBBLICO: ore 20.45.
INIZIO CONCERTO: ore 21.15
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“Icefire 4tet” è un progetto che nasce con l'obbiettivo di esplorare le prassi esecutive che hanno reso peculiare la formazione così detta “pianoless”. Affidandosi a due dei più talentuosi solisti della nuova scena jazz torinese, il quartetto nella sua ricerca attinge all'universo sonoro che caratterizzò il jazz prodotto nella “West Coast” intorno agli anni ’40 e che influenzò fortemente una parte della scuola del jazz italiano.
Partendo dalla scelta della formazione, nella quale l'armonia è chiarita solo dall'interazione tra le singole voci, viene proposta una rilettura creativa del linguaggio (impropriamente, a detta dei suoi più illustri esponenti) etichettato come "cool", cercando di restituirne integralmente le suggestioni senza che questo in alcun modo soffochi la creatività dei musicisti. Melodie e ritmi che si sovrappongono sinuose, interagendo e scontrandosi, sostenute da uno swing talvolta incessante, talvolta fratturato dall'esigenza di concorrere alla creazione di un sound.
In sei anni di lavoro il quartetto è diventato una delle più rilevanti realtà scaturite dal panorama jazzistico torinese. Ha all'attivo la partecipazione al Torino Jazz Festival 2018, Moncalieri Jazz Festival 2017 e 2018. Tra l'agosto e il settembre del 2018 la band è stata in Brasile per una lunga tournee nella quale ha avuto l'opportunità di esibirsi su palchi prestigiosi quali il Blue Note Rio, Il JazzB a Sao Paulo, Il Festival di Musica di Itajaí.
Nell'ottobre del 2018 ha visto luce il loro primo lavoro discografico. Figlio delle esperienze condivise negli ultimi anni il disco “fotografa” il sound acquisito dal gruppo. Si alternano al suo interno composizioni originali, contrafacts, e standarts riarrangiati per rispondere alle necessità creative della band. Il gruppo è composto da Cesare Mecca (tromba), Gledison Zabote (sassofono tenore), Alessandro Minetto (batteria) e Matteo Piras (contrabbasso).
Per l'occasione del concerto al Count Basie Jazz Club, Elia Lasorsa sostituirà al contrabbasso Matteo Piras.
"Scrivere di Icefire è per me molto gratificante e stimolante, per più motivi.
Innanzitutto perché conosco personalmente a fondo le loro quattro personalità musicali e umane, avendo avuto modo di vederli crescere e maturare in maniera esponenziale negli anni.
Il loro approccio al jazz, con questa formazione, è puro, sincero e onesto e vi sorprenderà per l’energia positiva che sono in grado di emanare col loro sound.
La formazione piano-less, priva di supporto armonico, è sempre una scelta coraggiosa e che spesso può nascondere insidie. Ma il quartetto, forte anche di un ottimo affiatamento nonostante la recente nascita, la sa affrontare in maniera intelligente ed estremamente musicale. La scelta di utilizzare il fitto contrappunto di sax e tromba come prezioso ricamo melodico e armonico rende il loro suono davvero particolare e rivela un amore e una conoscenza dei gruppi che storicamente hanno battuto la stessa loro strada: penso ai quartetti di Gerry Mulligan e Chet Baker, o ai gruppi di Stan Getz dei primi anni ’50, o alle splendide registrazioni di Mulligan con Paul Desmond; o ancora ai raffinatissimi arrangiamenti del mai abbastanza celebrato Jazztet di Benny Golson e Art Farmer.
L’elenco delle loro influenze e ispirazioni potrebbe continuare a lungo, ma ciò che conta è come loro riescano ad esprimere con passione e originalità il loro sound.
La ricetta, a ben vedere è semplice: un solido e robusto swing, assicurato da basso e batteria, ottimi assoli dei solisti, un continuo dialogo tra i quattro musicisti, e un repertorio dalle scelte felici, dove famosi – ma poco battuti – originals e standard della storia del jazz si alternano con composizioni di Gledison e Cesare con grande spontaneità.
Alessandro Minetto, il più esperto e navigato dei quattro, è sicuramente uno dei batteristi italiani più richiesti e supporta con perizia e swing potente il gruppo. Matteo Piras è un contrabbassista sensibile e dal forte senso melodico, che riesce ad esprimere anche con il suo “walking”. Cesare Mecca, il più giovane della band, si sta rapidamente conquistando un grande rispetto all’interno della comunità jazzistica, grazie al suo prorompente stile, denso di conoscenza del linguaggio, della tradizione e supportato da una tecnica cristallina. Gledison Zabote (che insieme a Matteo ho avuto la gioia di avere come studente in questi anni), è un sax tenore dall’approccio sofisticato e melodico, memore dei grandi maestri di questo strumento, e riesce a fondere la sua anima brasiliana con il senso dello swing più autentico.
Non posso dunque non esprimere felicità e orgoglio nell’ascoltare questo disco: vedere dei giovani musicisti crescere, evolversi e realizzarsi in questo modo, è uno dei risultati più appaganti che si possa desiderare in qualità di insegnante e di “maestro di bottega”.
Il fatto che poi la loro scelta stilistica si rivolga con rispetto ed entusiasmo ma anche con coraggio alla grande tradizione di questa musica, è impagabile, per me!
Icefire, hot and cool: lo swing focoso e le raffinate atmosfere del jazz californiano si fondono e si intrecciano in quello che state per ascoltare, incalzandovi, senza lasciarvi il tempo di riconoscere citazioni, riferimenti, griglie armoniche di celebri standard, trasportandovi per un’ ora scarsa là dove solo il Jazz più vero ne è capace: nel mondo delle emozioni.
Buon ascolto!"
Emanuele Cisi, novembre 2018